Il Cielo d'Ungheria

Le peregrinazioni e i pensieri di un Ingegnere che ha deciso di vivere un pezzo della propria vita nella terra magiara del Gulyas di Buda e di Pest, del Balaton, del Danubio. A Székesfehérvár.

martedì, luglio 18, 2006

Il pensiero a Itaca.

There are no ancients before me,
No Followers behind:
Only the vastness of heaven and heart
On this mountain terrace.
Though heaven may know the ultimate,
Joy or sorrow is our own will.

Partire è un po' morire.
Partire è un po' nascere.
Partire è un po' ri-nascere.


Staccarsi strapparsi sradicarsi.

Staccarsi da consolidate abitudini.
Strapparsi da maschere ruoli pensieri-di-sé già pronti a prendere il posto del sé.
Sradicarsi da luoghi consuetudini routine torpore vita-col-pilota-automatico.

Scuotersi.
Riscuotersi.
Riscuotere il premio di cui ogni uomo è vincitore: il proprio tempo.

Prendere il largo.
Riprendere il largo e lo stretto che stanno là di fronte, e scegliere, a seconda di come lo senti dentro a seconda di come l'Onda si muove a seconda di come ti muovi a seconda di come insieme vi muovete.

Muoversi.
Ripartire.
Ritornare anche.
Per vedere casa cose ciò che è cambiato ciò che è lo stesso.

Per vedere se tu sei lo stesso.

Ritornare tornare.
Per poi preparare una nuovo fagotto carta d'imbarco cappello panama.
L'Onda che ti spinge non si placa non tace non può proprio più farlo non ora non più e ti consuma ti spinge ti manda in ucraina allo scavo greco sul mar nero e in italia e in ungheria o ovunque sia la sua destinazione non importa.
Non la destinazione conta.
Ma il tragitto.

Parti.
Torni.

Partenza-Ritorno, Morte-Nascita.

Il Viaggio.
Come la Vita.

F.



D'ora in avanti non chiedo più buona fortuna,
sono io la buona fortuna,
D'ora in avanti non voglio più gemere,
non più rimandare,
non ho più bisogno di nulla.

Walt Whitman, Canto della Strada.


domenica, luglio 09, 2006

Campioni del Mondo a Budapest.

Quando hai la febbre, ma c'è la finale.
Quando quella febbre non è nulla perchè tu devi essere lì allora prendi le medicine.
Quando arrivi l'inno in piedi urli il rigore non c'eraaa noooo ma poi il colpo di testa di materazzi, quello dato, goool, e poi il colpo di testa da materazzi ricevuto fuoooorizidaaane, qundo i rigori no i rigori no no ancora e quando abbracci gli amici ti stringi agli Italiani pensi all'Italia a casa alla tua casa la palla lo sguardo dei rigoristi lo sguardo di tutto un paese la palla dentro e manca poco una sola rete, se grosso segna.. noi siamo..

E lo siamo.
Lo siamo.
In cima al mondo.
Noi, l'Italia.

Quando poi la gioia ti scioglie qualcosa dentro senti di voler ridere piangere urlare tutto insieme e lo fai, lo fai, sotto la maglia azzurra le grida l'Inno di Mameli qui a Budapest.

Quando i Magiari per una volta non ti guardano con uno sguardo vuoto ma sembrano partecipare, i tassisti i passanti gli amici.

Quando senti che dovresti essere a casa in quel momento.
Quando ti chiedi cosa stia succedendo a casa ora.

Quando sei
Quando siete

Campioni del Mondo,
Campioni del Mondo,

Campioni del Mondo,

Campioni del Mondo!


F.

martedì, luglio 04, 2006

Mondiali visti da Budapest.

La solita maglietta azzurra, e il solito prato li' al Milenaris Park dietro a Moskva Ter, prato bagnato davanti al maxischermo, si' ci troviamo li' mi raccomando e' importante dobbiamo unirci stare insieme noi Italiani dobbiamo essere tutti insieme noi Italiani qui a Budapest, e gridare e tifare a squarciagola come se ci potessero sentire, la' lontano, dobbiamo coprirlo con le nostre voci quel commento alla partita in ungherese con la voce cosi' monotona e indifferente e che parla e dice nell'incomprensibile magiaro che il collega commentatore della televisione italiana che sta a fianco sta urlando pure lui.

La lontananza crea a volte una serie di energie forti di nostalgia affetto appartenenza vicinanza.

E allora guardare le partite del Mondiale, lontani dalla nostra Italia, da qui, dall'Ungheria, e' qualcosa di piu' che non vedere solo una partita di calcio.

Ci si riunisce, si crea una comunita', ci uniamo Little Italy di Budapest e si tifa come mai si avrebbe fatto si urla e si urla all'arbitro e Passaaa!! Tiraaaa!!


E quando giochi bene, quando la palla entra, quando Grosso e poi Del Piero ci consegnano alla nostra sesta finale, senti dentro crescere una gioia da lacrime da orgoglio da felicita' di pura appartenenza ad un popolo unico ad una terra meravigliosa e unica al mondo della quale senti di essere irrimediabilmente e profondamente innamorato.


E allora ti chiedi cosa stia succedendo a casa, si' *a casa*, forse vorresti essere li', i festeggiamenti le macchine e le bandiere e i tricolori.

L'Italia e' in Finale della Coppa del Mondo.

Capisci allora che cosa significhi la parola "Italiano-All'Estero", come tanti, tantissimi come te in tutto il mondo, sentimento agrodolce da Pasquale Ametrano con la sua Alfasud con la foto della Juve davanti al letto e i crauti mangiati di prima mattina.

Sentimento di appartenza, di orgoglio, di amore.


F.